Il giorno del 50º compleanno di Alessandro Del Piero la Juve si toglie il dente della Mole in modo indolore. La linguaccia di Yildiz, dopo il secondo gol bianconero, che incorna il Toro (letteralmente) e chiude i buoi nella stalla prima che potessero scappare, è l'immagine perfetta della serata. Eterna citazione del suo idolo nel giorno più indicato. In realtà, bisogna dire, che i granata sono stati abbastanza mansueti in questo derby, forse più del solito, tanto che è dovuto entrare Danilo sul finale per concedergli l'unica occasione rimasta nelle Highlights delle TV.
Si dice sempre che il derby sia una partita a parte, stavolta lo è stata più per noi che per loro, che non ne vincono uno dal 15/18 (inteso come 2015), nel senso che ci ha tenuti distati dai soliti patemi d'animo difensivi patiti negli ultimi tempi. Una sorta di isola felice e di riposo. Tanto che oramai non eravamo più abituati ad arrivare a una sosta con una vittoria.
Alla fine della fiera (della zootecnia) anche le solite scaramucce si sono recitate in maniera artificiosa, un po' per caso e senza cattiveria. Gatti-Savic pressoché unico episodio a tema, se non si considera la reazione repressa sul nascere da Weah, sul finale. Insomma nessuna carne al sangue per i palati carnivori e romantici delle vecchie fiere di paese. Un derby insolitamente corretto, lontano dallo stereotipo del derby ignorante e grezzo che tanto piace ai tifosi, anche a quelli terzi. Quello che abbasserebbe il livello culturale persino di Einstein e Bohr, se si trovassero per caso nelle curve di Juve e Toro.
Un derby che fa annoiare Varriale, ad esempio, che sui social mette il broncio, privato delle sue dolci polemiche arbitrali come un bambino a cui si nega lo zucchero filato della sudicia bancarella. Nessun episodio arbitrale. Nessun rigorino o fuorigioco millimetrico. Var spenta. Che pizza margherita per nulla capricciosa, per il napoletano medio. Toccherà aspettare Inter-Napoli di stasera.
L'unico gol annullato è infatti quello di Weah, che tocca platealmente con la mano e si nega la doppietta. Su quello ho avuto un po' paura che potessero tornare fantasmi sardi a vendere formaggi pecorini. Ma poi ci pensa Yildiz a vendere Kebab e a togliere un po' di tradizione culinaria italica.
Molti etichetteranno questo mio articolo come razzista, ma è solo un goffo tentativo di abbassare il livello e di riportarlo ai canoni dei buon vecchi derby della Mole, quelli che si cagano per lo più a Torino e dintorni e sono snobbati, culturalmente, dal resto d'Italia. I più intelligenti invece capiranno il sarcasmo alla Checco Zalone di chi gioca per ridicolizzare certe vecchie mentalità calcistiche italiane, rimaste orfane in questo derby.
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