Tra Udinese e Parma, in tutta onestà, a fare la differenza sembra essere stato l'avversario, oltre alla bravura di essere riusciti ad acciuffare subito il doppio vantaggio. L'Udinese non ha saputo fare il Parma in contropiede, ma le ripartenze che le abbiamo concesso sono state anche peggiori di quelle concesse ai ducali. Certe svagatezze fumantine mal si conciliano con squadre che ambiscono a "diventare grandi". Non a caso uso la frase "diventare grandi", perché quello che siamo adesso è solo un Bologna dello scorso anno che vuole diventare la Juve di questo. In difesa ancora non ci siamo, sbagliamo troppo e concediamo troppo, persino quando siamo in vantaggio su certi palloni ci facciamo scippare la palla sotto il naso. La giriamo male, spesso con assist alle ripartenze avversarie, e ripartiamo peggio, quando invece dovemmo usare un po' di più il cervello, soprattutto dopo il doppio vantaggio. Frenetica e confusionaria, spesso pasticciona. Tutto quello che serve nel passaggio tra allegrismo e mottismo è un pizzico di equilibrio. Eppure ci vantiamo di essere una squadra che predilige il possesso palla, spesso anche molto lento. Perché allora non rallentiamo il gioco quando siamo in vantaggio, non di uno ma di due gol?
Per non parlare dell'attacco, che oltre ai due gol ha dovuto distinguersi per i soliti gol divorati. Uno su tutti quello di TK8, che all'Atalanta segnava anche da centrocampo e alla Juve non riesce a metterla dentro nemmeno a due passi dal portiere. Giuntoli ci fa già sapere che a Gennaio, sempre se riuscirà a trovare offerte su Amazon, preferirà spendere in difesa piuttosto che in attacco. All'arrivo di Motta, nel dopo gara, Pardo tergiversa sull'argomento, non proprio da giornalista d'assalto, tanto che il suo collega in studio è costretto a riformulare la domanda con un più diretto "cosa ne pensa?". Naturalmente a glissare stavolta è Motta. Non poteva essere altrimenti.
Chiaro che però non è tutto da buttare, come non è da buttare questa vittoria esterna, arrivata di sponda sullo stesso palo. Thuram e Yildiz "sprecano", il portiere avversario e Savona finalizzano. Il doppio vantaggio del buon primo tempo ci mette al sicuro dallo zoppicante secondo. Una Juve sempre più corsara che ancora non riesce a farsi piacere le mura amiche preferendogli quelle esterne. Mura come quelle di Udine, dove ci si lamenta del nulla cosmico e si grida al ladro al ladro, per una spinta su Gatti che frana su Di Gregorio e propizia un gol irregolare, giustamente annullato. In un paese normale la cosa è talmente evidente che non ci sarebbe bisogno nemmeno di parlarne oltre. Qui in Italia invece, persino quella estrema del Friuli, quando si affronta la Juve la si deve buttare sempre in caciara per ogni piccolo pretesto e spesso anche per uno inesistente. Male si conciliano, ad esempio, con la loro dissonanza cognitiva i due step-on-foot di Davis, che scampa a due ammonizioni, sugli episodi appena citati, e ne prendi una su un terzo. O l'eccessivo agonismo falloso dei friulani travestiti da picchiaduro in stile videogames.
Non posso che concludere augurando costanza a questa squadra. Il peggio deve ancora venire.
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