Pepe Matri Marchisio, dopo due anni di dolori, in cui il Palermo è stata la nostra bestia nera, finalmente vinciamo e convinciamo.
Una prestazione, che in casa, è diventata ormai quasi usuale, una grinta e una determinazione che lascia ben sperare nel futuro. Soprattutto alla luce delle condizioni di forma di giocatori (Pepe e Marchisio) che lo scorso anno sembravano quanto meno sopravvalutati. Chi stona un po'? Vucinic. Non che sia proprio una pippa, ma mangia ancora troppi gol. E meno male che Pierluigi c’è, sempre superlativo quando la squadra va bene, forse meno quando va male, ma oggi crea la differenza. Quei due interventi da miracolo ci permette di finire il primo tempo in vantaggio, giusto quello che ci serve per poter prendere in mano le redini nel secondo e trotterellare su un Palermo che ancora non fa un gol in trasferta in questo campionato. Neppure il temuto ex ci scalfisce, ma torna a casa con una valigia di fischi. E dire che il risultato poteva essere persino più rotondo.
Torna Quagliarella in campo ma ancora disperso in panca rimane Elia, ancora un profeta fuori patria e fuori squadra, col suo carico di aspettative dettate dagli onerosi ten millions euro spesi per portacelo qui. Con tutta quell’abbondanza in avanti qualche fazzoletto sventolerà sul treno dei partenti. Speriamo non sia quello sbagliato a questo punto, anche se spero di poter puntare su chiunque nel lungo inferno dell’imprevedibilità.
“Basta con calciopoli”, diceva qualcuno in settimana, facciamo parlare il campo, eccovi tre a zero allora! Proprio come il risultato che si otterrebbe a tavolino, in attesa di un altro tavolino che tante soddisfazioni ha dato al ratto, che però spera di non dover parlare del 2006. A questo punto però, visto che le posate non possiamo portarle (perchè comprendono i coltelli) si augurerebbe che in il vino fosse di buona qualità e che i taralli siano friabili. Fa una cosa allora, resta a casa a curare la tua igiene orale.
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