La Coppa Italia è quella competizione che chiama a raccolta tutte le squadre, dalla A alla C, che scontrandosi in un tabellone tennistico, daranno la possibilità alla Lazio o al Milan di andare ad incontrare la Juventus in finale. Stavolta toccherà al Milan, uscito "vittorioso" da due 0-0 con la Lazio, grazie a i calci di rigore... non so a voi ma a me questa cabala impaurisce.
Ad ogni modo... tra i mugugni e i malumori dell'ennesima, solita, scandalosa, telecronaca Rai, la Juve approda alla sua quarta finale consecutiva, rifilando un doppio 1-0 esterno e casalingo all'Atalanta.
Reduci dal rinvio di campionato, le due squadre tornavano ad affrontarsi in coppa. La Juve, forte del vantaggio dell'andata, scendeva in campo senza il suo match winner Higuain. In un attacco pieno di defezioni, e con Dybala in panchina, a fare le veci del Pipita c'era Marione Madzukic. In compenso il centrocampo ritrovava Matuidi. In porta tornava Buffon, che in questo periodo sembra essersi invertito di ruolo con Szczesny, dimostrando quantomeno che quest'anno alla Juve ci sono due portieri in situazione paritaria e intercambiabile.
Spostato nel suo vecchio ruolo, il Manzo sembra non aver ripassato bene la sua vecchia parte, dato che spara nel petto di Berisha la sua occasione migliore. Il francese invece diventa l'uomo della serata, prendendosi quel fallo da rigore che permette a Pjanic di bissare il risultato dell'andata. Buffon invece resta pressoché inoperoso, grazie soprattutto al contenimento della difesa, che riesce a respingere le sfuriate bergamasche.
Gravata dall'eredità del gol preso in casa, è infatti l'Atalanta a provarci con più foga, ma la sua è una foga disordinata e poco pungente. La Juve invece ha cercato più di gestire il doppio confronto, riuscendo a far girare a vuoto l'avversario, sia in fase di possesso che di non-possesso. Alla fine il tabellino recita 3 tiri in porta per noi e 1 per loro, compresi i due clamorosi legni presi per parte. Quello del Papu da centrocampo, con Buffon in uscita folle, fa gridare: "rrrreeeteee" i telecronisti di Radio1, che poi non riescono a trattenere uno spontaneo "nooo!!!" quando si rendono che invece la palla finisce sul palo. Dura la vita di chi deve fingere imparzialità in un mondo dominato da una netta bipolarità.
Ma è in TV che la RAI dà il meglio del suo peggio, per raccontarci il suo ennesimo capolavoro. Si parte dal primo tempo, quello del già citato errore di Mandzukic a tu per tu col portiere. Per la Rai è stata l'Atalanta a rendersi pericolosa. Ma la netta disparità di giudizio mediatico la riscontriamo sopratutto in area di rigore. Memori del rigore assegnato all'Atalanta all'andata, poi parato da Buffon, abbiamo assistito al netto cambiamento di opinioni del servizio pubblico sul fallo di mano di Masiello di ieri. Messe insieme i due interventi si assomigliano tantissimo, ma per la Rai a sua tempo fece bene l'arbitro ad assegnarlo e ad andare a vedere la VAR, ma fa bene anche stavolta a non dare rigore e a non andare a vedere la VAR. Insomma la costante è: se non va(r) a favore della Juve non si sbaglia mai.
Tutti a scuola dal collega Varriale, dunque, che plaudeva all'arbitro dell'andata, ometteva di criticare quello del ritorno che non era andato a rivedere le immagini, salvo ripescare la vecchia polemica quando invece lo faceva con noi, assegnandoci rigore nel secondo tempo senza andare al VAR. Superando persino il suo compagno d'odio Pistocchi che invece non ammette ma non nega nemmeno che quello fosse rigore.
La tecnica di Viale Mazzini è geniale. Facendo di necessità virtù, usa le sue mancanze tecniche per veicolare un'opinione pubblica già ben veicolata e nascondere le stesse mancanze. Non siamo capaci di mettere su un paio di replay degni di tale nome? Meglio, ne approfittiamo per mostrare solo la fase finale dell'azione in cui Matuidi subisce fallo, omettendo per incapacità e malizia il momento precedente, in cui Matuidi viene strattonato in area.
Insomma questo dovrebbe dirla tutta su una televisione di stato che non è capace neppure di mettere un pallottoliere durante i rigori (vedi Lazio Milan) per tener conto della situazione in tempo reale. Roba che nemmeno Telefoggia...
Lo spettacolo si chiude con i due telecronisti che fanno i complimenti agli sconfitti perché (cito) "ci han provato" e una critica alla Juve (quella che ha vinto in casa e fuori) perché (cito ancora) "non è sembrata all'altezza di se stessa". Paradossale no? All'estero ci si complimenta con ii vincitori e semmai si dà onore ai vinti, in Italia ci si complimenta con gli sconfitti e si dà disonore ai vincitori.
Arrivederci a Roma per la finale... città della Rai TV.
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