Western e fantascienza sono due generi che non sono mai andati troppo d'accordo, per non dire che stanno letteralmente agli antipodi. Infatti il primo ci narra spesso di un immaginario passatista, polveroso, ancorato alle tradizioni, dove i personaggi sono rudi e si muovono in un contesto dove onore, vendetta, famiglia sono le parole d'ordine. I contesti delle vicende narrate quasi sempre sono limitati: il ranch, la fattoria, il saloon, più in generale la terra, intesa come proprietà da difendere e da proteggere.
La fantascienza invece possiede una visione protesa verso il futuro, all'immaginazione, al cambiamento (non ovviamente necessariamente positivo). Gli uomini diventano qualcos'altro, si evolvono, mutano, si avvicinano sempre più alle macchine e le macchine agli uomini e la tecnologia è un fattore centrale delle vicende. La terra non è il luogo principale delle dispute e delle contese, anzi nemmeno lo è più la Terra (con la T maiuscola) ma l'universo intero e la filosofia e il rapporto con l'ignoto sono quasi sempre una costante (laddove nel vecchio west naturalmente le tematiche erano molto più semplici e appunto "terrene").
Non è un caso quindi che i tentativi di sfornare delle opere ibride, che unissero i due immaginari siano state poche e poche volte riuscite. Il bel Westworld degli anni '70 (la serie "remake" è altra cosa e molto più sbilanciata sulla fantascienza), lo strano e imperfetto Cowboys And Aliens. Poco altro.