mercoledì 15 gennaio 2025

Atalanta 1-1 Juventus – 19ª Serie A 24/25 – In medio stat mediocris


Eppur si muove, predicano alcuni scienziati guardando la classifica. Poi come Cristoforo Colombo pensano di essere arrivati in India facendo il giro opposto, ma al contrario del navigatore genovese hanno sovrastimato la grandezza della terra bianconera. Questi 13 pareggi altro non sono che 8 sconfitte (condite da 1 pareggio e solo 4 vittorie). Perciò, prima di avventurarvi in circumnavigazioni dialettiche e sofistiche, dovreste aprire la calcolatrice che è sul vostro telefono e fare due conti. Questa Juventus è matematicamente mediocre, lo dice la matematica e questo (finora) è inconfutabile.

martedì 14 gennaio 2025

Squid Game - seconda stagione (2024)


Chi scrive non ha mai creduto che Squid Game fosse quella serie rivoluzionaria o epocale spacciata da molti dopo il grande successo della prima stagione. E non possedeva neppure tutta questa originalità, non solo in assoluto, ma anche all'interno del produzioni orientali (senza scomodare i vecchi Mai Dire Banzai o Takeshi's Castle che dir si voglia, la saga di Hunger Games, lo stesso Saw, basti pensare al recente Alice in Borderlands: serie giapponese uscita appena un anno prima e per certi versi ben più complessa). Tutte produzioni precedenti e per certi versi più originali.
Allora cosa ha decretato il successo del telefilm coreano, tanto da renderlo icona stessa di Netflix?


"A grande richiesta..."


Innanzitutto una struttura estremamente semplice e alla portata di tutti: i giochi di sopravvivenza sono basilari, addirittura infantili (prendete ad esempio il famoso Un Due Tre...Stella, qui riproposto), facilmente comprensibili da un pubblico orientale quanto occidentale. La trama non è particolarmente complessa e si presta facilmente alla reiterazione di certe dinamiche assimilabili a quelle dei reality (il montepremi finale, le eliminazioni, le alleanze, le rivalità ecc.) che fanno sempre presa su una parte di pubblico (anche se qui gli esiti sono molto più intuibili essendoci un protagonista e dei personaggi più importanti di altri ai fini della trama).In questo caso però abbiamo la componente splatter o comunque sanguinolenta (chi perde in un gioco perde tutto: muore) che (seppur si tratti di finzione) regala maggiore tensione e ansia nello spettatore. Una tensione che regge bene, soprattutto per quanto riguarda i personaggi minori ma che alla lunga in finisce per scemare un po'. E' come confrontare la prima stagione del Grande Fratello a quelle successive. Conosci già la struttura dei giochi, buona parte delle regole, i trucchetti che si inventeranno gli autori, gli errori che inevitabilmente i protagonisti finiranno per commettere. Svanisce insomma l'effetto novità.


Anche in oriente hanno il loro Thanos. E con se ha pure le gemme che gli fanno vedere l'infinito 


Entra qui allora in ballo la componente psicologica. Perchè se è vero che i personaggi della prima stagione e di questa seconda sono piuttosto stereotipati (più che altro per essere più facilmente identificabili, essendo tanti) offrono comunque lo spunto per immedesimarci in alcuni di loro, di empatizzare e quindi di entrare a fare parte in un certo senso della loro cerchia, del loro gruppo. Di tifare per loro.
Anche se il protagonista offre, più che in passato, una sorta di bussola morale e un faro con il quale separare nettamente gli ideali più nobili da quelli più cinici ed individualisti, egli stesso non esiterà, se messo alle strette, ad anteporre la sua "missione" (sgominare l'organizzazione dietro il gioco) al benessere collettivo. Ci vengono insomma continuamente poste le classiche domande "tu cosa faresti se fossi nei loro panni"? "In quale categoria ti immagineresti se partecipassi anche tu?". "Cosa sacrificheresti?". C'è insomma anche una forte componente di indagine sociale.
In fondo la serie stessa nasceva (prima di trasformarsi nel fenomeno globale che conosciamo) come un'analisi spietata sulla società nella quale viviamo e un'invettiva al classismo e al capitalismo che rende i ricchi e potenti in grado di decidere il destino di tutti gli altri, quasi come fosse un gioco. Perchè non renderlo effettivamente un gioco allora?


" Ti sei portato almeno la maglia di lana?"


In questa stagione si cerca insomma di esaltare la componente più psicologica delle vicende, altrimenti legate a meccanismi troppo ripetitivi e reiterati (i giochi in se, come detto, non sono esattamente il massimo della complessità). In questo senso va evidenziato lo spazio infinitamente maggiore dato alle votazioni, che stabiliranno se i partecipanti sceglieranno di continuare o meno a giocare. Se prima infatti ritirarsi significava salvare la pellaccia senza però ottenere nient'altro, in questa seconda stagione se la maggioranza decide di ritirarsi allora tutti (oltre che restare vivi) otterranno proporzionalmente una parte del montepremi rimasto. In apparenza insomma la regola sembrerà meno stringente e più tesa alla collaborazione tra i giocanti, ma in pratica vedremo che alla prova dei fatti non sarà esattamente così. La natura umana è infatti molto complessa e non sempre la decisione più logica è necessariamente la scelta più ovvia. Il contesto, l'appartenenza ad un determinato gruppo, l'isolamento, l'autoconvincimento, la fede cieca in ideali che riteniamo (molte volte a torto) giusti costituiscono fattori che rimescolano totalmente le carte in tavola.

Il focus si sposta qui allora, più che sul gioco in se, sul senso stesso del giocare. Perchè giochiamo d'azzardo o scommettiamo? Le possibilità sono minime ed il gioco è strutturato per farci perdere nella quasi totalità dei casi. E allora perchè, con indole quasi masochistica, incuranti delle conseguenze, molti non riescono a smettere, anche quando hanno raggiunto l'obiettivo prefissato?
Cosa ci spinge a sacrificare il benessere collettivo e a mettere a rischio noi stessi pur di inseguire un obiettivo individualistico quasi irrealizzabile?


"Vuoi trovare l'isola? Qui non ci sono isole. Hai visto troppe puntate di Lost"


Meno riuscita e più prevedibile risulta invece la componente "poliziesca", inizialmente molto presente, ma che col passare delle puntate si fa evanescente e quasi del tutto inutile, nonostante il tentativo di inserire un colpo di scena che alla prova dei fatti risulta però molto telefonato. Lo stesso si può dire della sottotrama che ha per protagonista la ragazza nordcoreana che entra a far parte del gioco dall'altra parte della barricata. Un punto di vista interessante ma non sfruttato al meglio.

La seconda stagione di Squid Game è insomma per certi versi una sorta di "more of the same" dal quale cerca di smarcarsi in modi più o meno riusciti. Il finale di stagione è poi tanto avvincente quanto prevedibilmente "troncato" da un cliffhanger che la rende tipicamente una "stagione di mezzo": meno originale della prima e preparatoria per la terza. Nonostante questo riesce comunque ad intrattenere a a sopperire abbastanza bene alle sue mancanze.

PRO

- Una maggiore componente psicologica e di critica sociale, data anche da alcuni cambiamenti nelle regole
- Seppur semplici e poco originali, le prove risultano comunque appassionanti
- Il gioco nel gioco tra il protagonista e la "talpa"

CONTRO

- Sottotrama poliziesca evanescente, così come quella legata al "numero 11" che dopo inizi promettenti vengono lasciati un po' per strada.
- Ripetitività di dinamiche e situazioni
- Alcuni personaggi hanno poco spessore o sono semplici stereotipi.

Voto 7,5

domenica 12 gennaio 2025

Torino 1-1 Juventus – 20ª Serie A 24/25 – Bonus psicologo


“Qualche pari di troppo, ma perse solo due”. Sono le parole di un uomo per nulla ossessionato dalla vittoria, ma forse un po' dalla sconfitta. Di sicuro con un amore sfrenato e viscerale per il pareggio. Caro Mister, se lo lasci dire da uno bravo, non io intendo, ma un buon analista potrebbe darle una mano a capire meglio la situazione. E per analista non intendo per forza uno psicologo, anche se alla sua Juve servirebbe davvero tanto, quanto un buon matematico. Guardi... ad essere onesti, non le serve neppure uno bravo, basta fare due semplici conti, anche senza calcolatrice. Un'addizione e una moltiplicazione. 12 pareggi equivalgono a 12 punti, giusto? Proprio come chi ne ha vinte 4 e ne ha perse 8. Altro che "perse solo due". Caro Motta, Lei in realtà ne ha perse 8, che con le altre due fanno 10, e non se ne rende conto. Come vede bastano le dita delle sue mani per contarle. Non deve farsene prestare altre, finora.

sabato 4 gennaio 2025

Juventus 1-2 Milan – SuperCoppaItalia 2025 – A lui il panettone a noi il carbone


Nella sfida tra le nobili decadute del campionato vince chi cambia... e lo fa bene. Non solo perché loro hanno avuto la botta di orgoglio di rilanciare con un nuovo allenatore (cosa che il 70/80% delle volte si rivela un inutile azzardo) ma l'hanno fatto nel periodo in cui poteva più incidere sul morale, di uno spogliatoio ormai spaccato che aveva sfiduciato Fonseca, e sui risultati, di una sfida secca e senza appello. Il mago Motta invece, in un atto di cannibalismo mangia il panettone e lascia a noi il carbone, in tempo per la befana. Lui non cambia ma, ancora una volta, cicca clamorosamente i cambi, regalando al Milan una partita condotta per 70 minuti. Non penso ci sia partita più emblematica di questa. Eppure non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere.

mercoledì 25 dicembre 2024

Uno Rosso - Ovvero The Rock salva il Natale



Ci sono film che possono funzionare (ammesso che funzionino) solo a Natale. Quelle pellicole che se leggeste la trama in qualsiasi altro periodo dell'anno non potreste fare altro che svicolare a piè pari per la loro sconclusionatezza. E invece poi alla fine non si sa perchè in fondo si lasciano guardare. Sarà l'atmosfera, sarà il cast ricco di nomi importanti o magari sarà stata solo l'abbuffata delle feste che predispone alle buone intenzioni. Uno Rosso è solo uno dei tanti possibili esempi.
Prendiamo il plot: c'è un Babbo Natale, interpretato dal famoso anzianotto palestrato J.K. Simmons, che viene rapito giusto alla vigilia di Natale. Che sfiga. Ecco però accorrere l'addetto della sua sicurezza, una specie di elfone interpretato da Dwayne Johnson (fa già ridere) che assieme ad una strana organizzazione (che si occupa di salvaguardare in pratica tutte le leggende metropolitane e miti) cercherà di risolvere la situazione. Come? Assoldando un ladro/hacker sbruffone e cinico (uno che ruba perfino i lecca lecca ai bambini e non per modo di dire), uno insomma davvero cattivo (tanto che viene soprannominato lupo) che naturalmente non crede nel Natale e in Babbo Natale. Come andrà a finire? E giá, chissà come. La trama è questa in buona sostanza. 

lunedì 23 dicembre 2024

Monza 1-2 Juventus – 17ª Serie A – Pezze a colore


Sapete come si dice in sud Italia, quando qualcuno usa un sotterfugio, linguistico o materiale, per far passare per bello o "passabile" qualcosa che alla fine non lo è affatto? Si dice che trova, mette o cerca una pezza a colore. Questo deriva dalle tradizioni del passato, quando non ci si poteva permettere di buttare un vestito strappato per comprarne uno nuovo, allora lo si rammendava con una toppa di stoffa dello stesso colore del vestito. Alla fine del secolo scorso, le toppe e i Jeans strappati sono addirittura diventati di moda ed oggi fanno parte di un genere tutto loro, che trovi tra i regular, gli slim, gli skinny i baggy... ecc. In italiano il termine "mettere una toppa" è persino più positivo del modo di dire "trovare la pezza a colore". Se qualcuno trova la pezza a colore di un discorso, infatti, sta cercando di rigirare la frittata.

mercoledì 18 dicembre 2024

Juventus 4-0 Cagliari – Coppa Italia 24/25 – Come Nicolas Cage


Come Nicolas Cage, ogni tanto azzecchiamo un film. Proprio come l'anno scorso, quando la Coppa Italia pareva un'isola felice nell'oceano del nostro sconforto. Dove tutto è facile e si possono mangiare anche le fragole. Ma montarsi la testa di panna significa avere la memoria del pesce rosso. Soltanto qualche giorno fa, la vittoria sul City di Guardiola ha portato alla semi-sconfitta contro Venezia. Ieri, dopo nemmeno un minuto abbiamo rischiato di andare sotto, proprio come era successo lo scorso anno contro la Salernitana, sempre in Coppa Italia, quando ribaltammo lo svantaggio (subito dopo due minuti) con un tonante 6-1 per noi. Poi a Salerno (pur vincendo per 2-1) è stata tutta un'altra storia. Stessa cosa era successa nella doppia sfida col Frosinone, a pochissima distanza tra il 4-0 di coppa e il tirato 3-2 di campionato. Con lo stesso Cagliari in campionato sappiano tutti come è andata. Insomma. Tutto questo dovrebbe insegnarci qualcosa, ma nel calcio non funziona così e qualcosa mi dice che domenica col Monza ritorneremo Sammy Jenkins.

martedì 17 dicembre 2024

Grotesquerie - serie TV (2024)


Ryan Murphy non è certo uno che si tira indietro quando si tratta di sfornare opere controverse. Che si tratti dei media (della critica più nello specifico) o dello spettatore, le sue serie sono spesso al centro delle polemiche (Americano Horror Story o Monster). Lui fa spallucce e tira dritto, anzi si ha la sensazione che si nutra di questo suo essere divisivo, di godere nel riuscire a farsi detestare tanto quanto amare. Grotesquerie si può considerare come l'apoteosi di questo modo di fare: una serie che ha come tematica principale l'odio e la mancanza di empatia nella società nella quale viviamo e che fa di tutto, essa stessa, per farsi detestare dalla spettatore, sfidandolo continuamente a rivedere il suo approccio, ad evadere le sue aspettative, a togliergli continuamente il tappeto da sotto i piedi. Riuscirà a farsi odiare o è proprio grazie alla sua spigolosità che affascinerà? E' questo che sembra chiedersi e chiederci l'autore.
Se dopo i primi episodi credete di trovarvi di fronte al classico thriller poliziesco (con conseguente serial killer misterioso da individuare) è meglio che rivedete le vostre aspettative. Drasticamente. E preparatevi a farlo più volte. 

domenica 15 dicembre 2024

Juventus 2-2 Venezia – 16ª Serie A 24/25 – Figli dell'anarchia


Il grottesco ritratto, dello stato delle cose in casa Juventus, è stata dipinto ieri sera allo Stadium, appena dopo il fischio finale. La squadra va sotto la curva a scusarsi con i tifosi per l'ennesimo pareggio, i tifosi contestano e individuano il capro espiatorio in Vlahovic e lo insultano. Vlahovic reagisce e la curva rincara la dose con i solito "zingaro di merda". Una rissa in stile Sons Of Anarchy sulla festosa colonna sonora: "storia di un grande amore, bianco che abbraccia il nero". Un quadro visivo stridente che a ben vedere dice moltissimo sulla situazione, ma soprattutto delinea il distacco di questa società da questi tifosi e viceversa. E badate bene, quando parlo di distacco tra i due mondi parlo proprio di due universi paralleli che non si toccano e che sembrano non avere coscienza della reciproca esistenza. Voi scannatevi, che intanto io canto e noi contiamo i soldi dell'incasso. Delle vostre beghe non ne sappiamo nulla e non ne vogliamo sapere nulla. Siamo già al ristorante a bere Champagne e mangiare Ostriche

giovedì 12 dicembre 2024

Juventus 2-0 Manchester City – 6ª UCL 24/25 – la crisi del guardiolismo


C'è stato chi, per uno zero a zero contro questo City se l'è cantata e suonata per dieci giorni e più, avendo molti più mezzi a propria disposizione che non quelli di una Juve in emergenza perenne. Dopo ieri, gli stessi commentatori, saranno altrettanto solerti nel rimarcare la crisi in cui riversa la squadra di Guardiola. D'altronde, non esiste ancora un'applicazione, nel Play e nell'App Store, capace di aggiungere ai Celsius, ai Fahrenheit, alle miglia e ai chilometri un algoritmo capace di soppesare e convertire oggettivamente i giudizi dei media, figurarsi quelli dei tifosi (anche se oggi le due figure sono spesso indistinguibili). Il dubbio amletico è dunque, tenersi l'impresa di quel pareggio o sminuire quella della Juventus? Scegliete voi, a noi cambia poco.