Person of Interest ha avuto, fin dagli esordi, più di un punto di contatto con Fringe. Pur essendo due serie diversissime tra loro hanno condiviso gli stessi malumori iniziali del pubblico (caso settimanale da risolvere, apparente banalità della struttura), hanno subito un'evoluzione lenta ma progressiva fino a creare un vero e proprio universo con le proprie regole, sono diventate cult, infine hanno concluso con una stagione finale "apocalittica", con i protagonisti da soli a lottare in un futuro simil-distopico e senza speranza.
A ben vedere però c'è una sostanziale differenza tra le due serie: se Fringe aveva già praticamente raccontato tutto quello che c'era da raccontare (o quasi) in precedenza e nell'ultimo ciclo di puntate cambiava pelle per l'ennesima volta, diventando quasi uno spin-off, Person of Interest si conclude con una stagione finale che aveva l'onere di prendere tutto quello che aveva seminato in precedenza e chiudere tutte le sottotrame aperte negli anni. Purtroppo, a causa delle poche puntate a disposizione (poco più della metà rispetto alle altre stagioni) e alle pressioni affinchè si sfornassero comunque delle puntate riservate ai "numeri" Jonathan Nolan non è riuscito a raccontare tutto quello che avrebbe dovuto e voluto raccontare, non ha potuto riservare una conclusione a tutte le vicende aperte, si è dovuto concentrare sui nostri protagonisti, su qualche personaggio secondario (Elias) e, soprattutto, sulla Macchina.