sabato 13 aprile 2013

Mass Effect (la saga)–Mass Effect I

Prefazione:
Sono pochi i giochi di nuova generazione capaci di entrare nella storia e nell'immaginario collettivo tanto da influenzare anche gli altri media.
Pochissimi sono i giochi che riescono ad appassionare non solo con il gameplay ma con una storia profonda, matura, ricca di contenuti.
La saga di Mass effect è un eccezione, è un caso forse unico di videogame molto improntanto sull'azione che però il meglio lo esprime sotto il profilo della narrazione, dei dialoghi, delle scelte che lascia al giocatore, dell'accuratezza e della vastità del contenuto.
Sicuramente gli ha giovano il fatto di non essere stata spalmata tra più generazioni di console ma aprendone e chiudendone di fatto il ciclo vitale di una sola.
Ripercorriamo le tappe di questo capolavoro videoludico
MASS EFFECT 1 (2007)
Il primo capitolo della saga esce la bellezza di 6 anni fa soltanto su x-box 360 e introduce le vicende di Shepard, comandante della Normandy (una navicella prototipo, avanzatissima tecnologicamente ), che in un lontano futuro è costretto a fare i conti con un complotto e una minaccia destinati a cambiare per sempre la sua vita e quella della galassia.
Nel 2183 i viaggi interstellari saranno all'ordine del giorno, permettendo così la scoperta di nuove razze che abitano l'universo e la nascita di nuove guerre ed alleanze.
Gran parte del merito del primo Mass Effect sta qui: creare un mondo, e farlo con una tale certosina precisione dei particolari che ha dell'incredibile: ogni singola razza, ogni singolo pianeta, ogni evento storico importante, ogni mezzo di locomozione, ogni istituzione saranno descritti in un apposito codex richiamabile in ogni momento di gioco.
Tutto questo però non sarà fine a se stesso, ma ci aiuterà ad immergerci e a ritrovare quanto espresso a parole nel mondo di gioco: l'ostilità tra due razze sarà espressa nei dialoghi e nei modi di fare di queste, la conoscenza delle istituzioni e del loro modo di agire ci aiuterà nel prendere determinate scelte, ogni personaggio appartenendo ad una razza diversa avrà delle sue peculiari caratteristiche da sfruttare in battaglia o nei momenti di difficoltà.
Mass effect è un action-rpg dove nessuno dei generi sovrasta l'altro, anche se c'è da dire che col senno di poi la parte più spiccatamente action sente il peso degli anni e risulta piuttosto macchinosa.
Pur non essendo un free roaming gran parte dei pianeti saranno esplorabili (quasi tutti abbastanza vuoti a dire la verità) attraverso il mako, un mezzo blindato che ci aiuterà anche con le forze ostili che abitano questi pianeti (abbastanza scomodo però da usare).
Oltre alla narrazione matura (con qualche contenuto che all'epoca fece discutere) altra caratteristica peculiare del gioco sono le scelte: ci saranno varie situazioni delle quali saremo chiamati a decidere da che parte stare, chi salvare, come agire ecc. Tutte queste scelte non saranno specchietti per le allodole ma anzi si ripercuoteranno per il prosieguo del gioco e addirittura della saga (cosa per l'epoca non molto frequente, anche oggi a dire la verità).
Ogni giocatore quindi avrà vissuto una sua propria storia (anche il personaggio principale è personalizzabile come ogni rpg che si rispetti), avrà stretto alleanze con determinate razze, avrà scelto una sua propria condotta, avrà intrapreso una relazione sentimentale con uno dei tanti personaggi del gioco (anche dello stesso sesso, altro motivo di critica all'epoca da parte di alcuni), avrà deciso di salvare questo o quello ecc.
Mass Effect quindi sostanzialmente è un gioco diverso per ogni giocatore che lo ha giocato.
Per l'epoca insomma Mass Effect fu un gioco sorprendente, innovativo, originale e profondo e per gran parte lo è ancora oggi (anche se come detto qualcosina risulta un po' datata).
Come migliorare un capolavoro?
...

venerdì 12 aprile 2013

OBLIVION – di Joseph Kosinski

Tom Cruise in un film di fantascienza sugli alieni, un'altra apologia di scientology? Un altra guerra dei modi? La premessa potrebbe sembrare un po' stereotipata, invece le aspettative sono state ampiamente superate. Dagli stessi produttori dell’alba del Pianeta Della Scimmie e dal regista di Tron Legacy. Un po' Moon (di Duncan Jones), un po' Il Pianeta Delle Scimmie, un po’ Wall-E un po’ Matrix, Oblivion è, per ora, il miglior film visto nel 2013.

Terra scenario post apocalittico, una civiltà aliena ha distrutto la luna per invadere la terra, le conseguenze di tale perdita hanno gettato il pianeta nel caos ambientale più assoluto, maremoti, terremoti e tempeste si sono susseguite in misura tale da decimare il genere umano, la guerra nucleare ha fatto il resto. Abbiamo vinto, ma il mondo è divenuto un posto invivibile. I sopravvissuti saranno evacuati su Titano, la luna più grande di Saturno.

Queste le premesse della storia. Portarci via il nostro unico satellite si che è una mossa da alieni esperti, mica come gli idrofobi di altri film presi a caso. Il compito di Jack Harper (Tom Cruise) è quello di riparare droni e pattugliare i trivellamenti, operazioni di scavo che hanno lo scopo di prosciugare le riserve naturali della terra per ritrasferirle su Titano. Il nostro eroe che vive letteralmente sulle le nuvole, in una stazione sopraelevata dove tutto e pulito e ovattato, capirà che la vita reale lì giù è ben lungi dall’essere quella che lui crede. Il pianeta alieno è dunque la terra, privata dal genere umano, un pianeta sull’orlo del collasso di cui jack serba in pochi flash i ricordi che si sono salvati alla cancellazione della memoria, imposta per sicurezza. E qui che possono capirsi le falle da fantapolitica di tutta la storia, chi è il vero nemico? della serie la storia la scrivono i vincitori. 

E’ il tentativo dell’uomo di conservare la propria umanità attraverso la memoria, il luogo sicuro sul lago dove conservare le ultime testimonianze tangibili di una razza che sta per estinguersi, di un tempo che sta per concludersi. Un vecchio giradischi che suona i Led Zeppelin e un Bob sul cruscotto, una volta noto a tutti come Elvis. E come sempre in questi casi, citando i Marillion, solo l’amore che può farci tornare indietro. Chi è la misteriosa donna dei suoi sogni? Quale oscura verità cela la sua storia? Sarà pronto jack ad affrontarla?
Come si vede gli elementi ci sono tutti, in un film che renderà benissimo in BlueRay. Splendidi gli effetti speciali mai eccessivi e le ambientazioni in stile la terra dopo l’uomo (Focus tv). Un tocco di cesello lo da’ la colonna sonora, con citazioni di rock classico e musiche orchestrali che ben tengono incollati alla poltrona nei momenti di suspense. Il, poco più che, Cammeo di Morgan Freeman completa l’opera. Checchè ne dicano alcuni sui forum infatti questo film è ben riuscito di certo di più di Prometheus. Da vedere.

Voto 8

giovedì 11 aprile 2013

Champions League 1/4 R>Juventus vs Bayern Monaco 0-2 - #NoiCredevamo

Al di la' dei facili ottimismi, delle pagine dei giornali o persino dei finti commenti di chi diceva "credeteci" perchè poi sarebbe stata più grande la nostra delusione finale, era tutto già scritto sin dal sorteggio e la partita di andata aveva subito messo in chiaro le cose. Non siamo ancora pronti per vincere in Europa, non con quest'organico. Certo siamo pur sempre tra le prime otto d'Europa e in tal senso non possiamo rimproverarci nulla. Siamo arrivati li dove nessun altra italiana è arrivata, e a poco più che uno sfotto serviranno le risa dei gufi, perchè in definitiva abbiamo rimesso piede ai quarti di Champions dopo un po' di anni, fatto la nostra esperienza e preso il gettone economico di presenza che fa sempre comodo ed ora ci rituffiamo in campionato consci del fatto ci riproveremo l'anno prossimo, cosa che per alcuni sará un miraggio. Poichè solo chi gioca la Champions puó anche perderla, mentre chi non la gioca ha già perso.

Venendo a noi invece, dobbiamo iniziare a pensare finalmente in grande anche dal punto di vista del prossimo mercato, smettere di ammiccare alle sufficienze strappate di Marotta (e spesso anche non raggiunte) e dire siamo la Juve e il campionato non ci basta. Si perchè l'amico milanista o interista che al bar ti ripete che pretendi troppo dal mercato ha torto, è lo sa anche lui. In cuor suo infatti spera tu continui ad accontentarti di vincere scudetto. Il giornalista che ti elogia perchè compri l'operaio sulla fascia deve capire che non è quella la meta, ma che servono campioni veri, quelli che avevi e che ora non ci sono piú, neppure nelle altre squadre. Quando verranno a parlarti della crisi economica lo faranno per farti desistere dalle tue pretese, mentre elogeranno i campionati esteri come se facessero parte di altri sistemi moneteri. Caro tifoso juventino devi tornare ad essere ingordo se vuoi essere vincente e mi rivolgo a te perchè se aspetto a Marotta... 

A questa squadra infatti nulla gli si può rimproverare se non la paura di osare dell'andata, perchè per il resto sarebbe comunque finita allo stesso modo. Come alla finale degli europei di calcio in cui resta solo un esercizio dialettico commentare la formazione schierata, fingendo di ignorare l'inferiorità di qualsiasi variante di fronte a quella Spagna. Il Bayern è più forte di noi, non c'è bisogno di tante analisi, ma se proprio vogliamo esercitarci nell'arte del commento allora dobbiamo dire che, se volevi sperare di iniziare una rimonta difficile, dovevi cercare di segnare subito, perchè più il tempo passava e più le energie venivano meno finchè non eri tu quello che soccombeva. Questo è successo stasera e a loro è bastato solo controllare e gestire la palla una volta che il nostro furore si era esauriti col nostro fiato. Ma se rischi di non segnare col Pescara come puoi credede si segnare alla difesa del Bayern? I ragazzi nel loro piccolo ce l'hanno messa tutta ma in questi casi potete elogiare quanto volete Marmottone ma serve il killer d'aria di rigore, il tanto agognato top player che è divenuto quasi una parolaccia per alcuni. Se non facciamo questo piccolo sforzo, se non torniamo a risultare presuntuosi ai nostri avversari-nemici anche nelle pretese di avere lo squadrone di campioni, allora rimaniamo tifosi della domenica e questo percordo di vittorie e crescità sarà giunto a conclusione. Domattina invece dovremo svegliarci e dire grazie ragazzi, ma il nostro cammino è appena ricominciato, il meno è fatto!

domenica 7 aprile 2013

Serie A, 31> Juventus vs Pescara 2-1–You can leave your win on


Gli scontri testa coda possono nascondere delle insidie impreviste che solo i più smaliziati riescono a scorgere. Per questo alla vigilia, non solo per pretattica, Conte ha chiesto ai sui di non snobbare l’impegno. E’ proprio in queste partite infatti, quelle che non hanno storia, quelle che devi vincere a mani basse, che la beffa nascosta diviene più gustosa. Il precedente c’era ed era targato 2006, parlava di un quarto di finale di andata tra Arsenal e Juventus (l’ultimo) perso 2-0 da noi a Wembley e di un testa-coda alla giornata successiva, col Treviso, finito 0-0 con netta superiorità nostra.
Non si peccava certo di incoscienza nel prevedere un pareggio a reti bianche anche in questa partita, tanto più che col pensiero alla partita di ritorno col Bayern e col tentativo di preservare le forze per la difficile rimonta, le speranze di segnare si spegnevano via via nei guanti di Pelizzoli, un altro in vena di miracoli da Stadium. Il segreto in queste partite sta di sbloccarle per tempo e stanare queste italiche difese arroccate, più non lo fai più la frenesia cresce e il rischio aumenta. Giusto un episodio poteva venirci a soccorso, un rigore solare su Vidal (per altro lanciatissimo a rete) realizzato dal “bello” addormentato a Torino Vucinic, fino ad allora un autentico disastro, che in una sua successiva fiammata ci regala di fatto la vittoria disinnescando in anticipo, con il raddoppio, il gol spettacolare di Cascione da lontanissimo, a segno anche all’andata con il gol del 1-2 momentaneo. Lo sfogo (amichevole) non trattenuto del mister nei confronti del montenegrino la dice tutta, acuita dalla stupita ammonizione presa per lo strip dopo il rigore.
Questa la Juve vista ieri, sempre in bilico tra presunzione e tentativo di gestione di un risultato che alla fine poteva non essere tuo anche sul 2-0. L’eccessiva sicurezza di aver già vinto, dopo aver avuto paura di pareggiare, ha finito per regalare anche qualche thrilling finale.
La cosa importante però restano i tre punti, uguali a prescindere dall’avversario e dal modo in cui arrivano, che ci mettono ormai a sole 4 vittorie dalla riconferma. Il prossimo futuro è una fiammata ravvicinata di prove che si chiamano Bayern, Lazio, Milan e Torino. Quando il gioco si fa duro i duri iniziano a… spogliarsi.

venerdì 5 aprile 2013

JIMMY BOBO (Bullet to the head) - Walter Hill

(ovvero come rendere ridicolo un titolo)
A distanza di 10 anni dall'ultimo film Walter Hill ritorna con una pellicola che riprende pienamente le tematiche dei suoi film più famosi e celebrati. Se il regista infatti probabilmente verrà ricordato soprattutto per The Warriors, ha saputo forgiare anche un tipo di action (pluriimitato e pluricitato) con qualche spruzzata di commedia come Danko o 48 ore

E' proprio a questi ultimi 2 che Bullet to the Head si rifà: la strana coppia che per "il bene comune" e costretta a collaborare e che si punzecchia per tutto il film, tra una scazzottata e una sparatoria.
In effetti non si può dire che non sia una coppia agli antipodi quella formata da Sylvester Stallone e Sung Kang, un duo che rende perfettamente l'idea di culture e modi di fare diversissimi.

Se la storia ovviamente è classica e stravista (come un po' in tutti gli action), questo Bullet to the head ha dalla sua il classico tocco del regista: grande capacità nel girare sequenze d'azione memorabili (con pochissimi effetti speciali ma molta sostanza), capacità di mescolare musiche e atmosfere con grande cura, bravura nel rendere appassionante e pieno di stile anche ciò che per altri registi sarebbe soltanto tamarro e fracassone.

Se non si facesse accenno con qualche battuta alla tecnologia e ai cellulari di ultima generazione sembrerebbe di vedere proprio un film degli anni '80, allo stesso tempo però il film non risulta "vecchio" pur nel suo essere classico fino al midollo: ci si diverte ma allo stesso tempo si gustano le diverse sfumature del carattere dei protagonisti, si apprezzano le inquadrature notturne e i dialoghi da film noir.

Stallone come al solito gioca a fare lo Stallone anche se stavolta la sua recitazione appare più "misurata" e meno "fumettosa" e il personaggio che gli viene costruito addosso appare più credibile, anche gli altri attori sembrano in parte. La vera particolarità del ruolo dell’attore sta piuttosto nel fatto che per la prima volta si cimenta nel ruolo fondamentalmente da cattivo, un Killer spietato e mercenario ma con un cuore sotto la corazza. Se infatti fondamentalmente non si dovrebbe, si finisce con empatizzare con lui.

Un film insomma gradevole, godibile, che piacerà molto a coloro che amavano gli action tipicamente anni '80 che Hill ha contribuito a rendere così famosi.

Voto 7,5

mercoledì 3 aprile 2013

Champions League 1/4 A>Bayern Monaco vs Juventus 2-0 – Fuori in 25 secondi

Per quanto maestosi siano i nostri sogni prima o poi bisogna svegliarsi e scontrarti con la realtà. Certo tutto può accadere, ma non sempre. Vi sono stati ad esempio dei momenti della storia del calcio in cui, anche non essendo una squadra eccezionale sai che è il tuo momento, a prescindere da tutto, come è accaduto nella vittoria della Grecia in quel famoso Europeo o, per non andar tanto lontano, al Chelsea lo scorso anno. Quella squadra non siamo noi, ed oggi dobbiamo soltanto pian piano prenderne coscienza.

Dopo il Barcellona, il favorito per questa coppa è sempre stato Bayern, anche se molti per incoscienza o opportunismo hanno fatto finta di ignorarlo e il vento, su questo punto di vista, è stato chiavo sin da subito, son bastati solo 25 secondi, nessuno spazio ad illusioni di sorta. Meglio così? Non so, magari aver avuto in risultato finale un po' più in bilico avrebbe dato più sapore ad un ritorno a questo punto pare davvero una formalità, quasi un’amichevole di Aprile. Chiaro che con queste condizioni non c’è bisogno di gol spettacolari per mettere la partita sui binari, ma giusto una deviazione che spiazza Buffon e un gol viziato da un lieve fuorigioco. Ma poco conta infine, se il risultato non è altro che lo specchio perfetto della partita e della prestazione della Juventus. In fondo ammettiamolo, la squadra non ci ha mai creduto. E’ stato infatti un continuo impaccio tecnico da far rabbrividire ogni tifoso. Se è vero che la bravura di una squadra forte è quella di non farti giocare come sai, è anche vero che non ci abbiamo neppure provato.

La prova di Pirlo ad esempio, la peggiore mai vista negli ultimi tempi, può essere la sintesi più esaustiva dell’atteggiamento di una squadra che non s’è resa conto di essere in Europa e non in Italia, dove il gap che abbiamo con le altre ci consente di ottenere anche molto col minimo sforzo, invece noi stasera siamo andati lì e il gol ci ha messo subito a tacere. Il tocchettino corto e il leziosismo fuori luogo qui sono peccati mortali e noi abbiamo bestemmiato a sufficienza per poter sperare uscire assolti. Peluso che gioca sulla fascia di Robben è una favola più per i nostri avversari che per lui. Quel che ti resta allora è il lancio lungo (tattica di gioco tipica di chi è inferiore) ma se non ne azzecchi una e se Matri non ne stoppa nessuna davvero non puoi avere neppure il diritto di crederci.

Iniziamo allora a tirare le somme è a tuffarci testa e gambe sul campionato e pensiamo a centrare l’obbiettivo che abbiamo l'obbligo di centrare senza più fronzoli e distrazioni, prendendo l’esperienza che ci danno questi quarti. La speranza dunque deve essere che tutti abbiano preso coscienza di quello che bisogna fare se si vuol davvero tornare a vincere in Europa, a partire da chi in campo deve comunque dare il massimo con chiunque e soprattutto dalla società che invece di arrabbiarsi e scalpitare in tribuna deve capire che con questa politica non possiamo neppure presentarci con le grandi, ed è inutile che ci venite a parlare male di una Juve col Top Player come la volpe che non arriva all’uva e dice che è acerba, senza campioni dovrete prendere atto che la Champions resta soltanto un sogno irrealizzabile. Per cui se si vuole ancora salire sulla giostra è il tempo (a Giugno) di gettonarsi.

sabato 30 marzo 2013

Serie A 30>Inter vs Juventus 1-2 – ma quanto è lontana l’andata?


Ma quanto è lontana l’andata? Il tempo in cui l’Inter espugnando lo Juventus Stadium si sentiva già arrivata, o in cui addirittura sembrava essere la Juve l’anti-inter? Sarà che alla fine il loro campionato parevano averlo vinto li, coi loro caroselli improvvisati e gli occhi di giubilo di chi, sapendo di essere inferiore, l’unica cosa che avrebbe potuto ottenere in stagione sarebbe stata toglierci l’imbattibilità.

Juve Inter non è mai una partita qualsiasi, anche quando a separarci ci sono distanze siderali, anche quando non essendoci polemiche se ne costruiscono ad hoc. Inizia presto il tentativo di minare la vigilia, con polemiche vecchie come il cucco che si spengono in un fuoco di paglia, o di Pagliuca dovremmo dire. Ma se davvero non puoi sconfiggerli confondili, facendo in modo che si azzuffino tra di loro per le dichiarazioni di Conte che, da professionista, dice mai dire mai all’Inter. Bastava ricordagli che da leccese è divenuto idolo dei tifosi del Bari. Gli interisti invece in curva toccano vette comiche quando gli preferirebbero Gasperini, noi d’altronde non possiamo che concordare  con loro, con tutte le soddisfazioni che ci ha dato.
Sedetevi e godetevi lo spettacolo, ancora loro, la curva più autolesionista e incoerente della storia, alla fine lo spettacolo ce lo siamo goduti e come! Venendo ancora a bucarvi a casa vostra. Li stessi che secondo la convenienza sono orgogliosi delle loro A ignorando il modo furbesco e illegale con cui l’hanno preservata, e che scrivono: “rigore è quando arbitro fischia” (sghignazzando dopo lo scempio di Juve-Genoa) ma che poi urlano e reclamano un “rigore che arbitro non fischia” su Cassano (che in tutta onesta c’era). Tutto questo volendo ignorare un rigore altrettanto netto su Vidal nel primo tempo e sull’1-0 per noi.

Le squadre si spartiscono i due tempi, noi il primo loro il secondo, avendo la Juventus l’attenuante di essere naturalmente con la testa a Monaco di Baviera una volta in vantaggio per 2-1. Certo alla fine abbiamo rischiato un po' ma se doveva essere un 2-1, come i guru avevano ampiamente pronosticato, 2-1 è stato e vittoria è arrivata, come ormai eravamo abituati a vedere San Siro con L’inter. E come l’anno scorso col 29 quest’anno il 30 rimbalza nella numerologia del match. trentesima giornata il giorno 30 di marzo. Così davvero l’andata sembra lontana anni.

martedì 19 marzo 2013

SINISTER - di Scott Derrickson

(Ovvero quando si dice disturbante...)
Qual è la cosa peggiore che può capitarvi quando andate al cinema a guardare un film horror? Trovare che il film è brutto e vi ha fatto soltanto sprecare euro per nulla?

No, la cosa peggiore è trovare il classico avvoltoio, quello/a che si piazza immancabilmente nei posti dietro il tuo e esercita una delle sue professioni:
- Parlare per tutto il film
- Dire "Ma questo già l'ho visto" e raccontare prima tutto quello che accadrà o farlo sul momento, 5 secondi prima che accada, a mo' di telecronaca
- Lamentarsi di quanto il film faccia schifo, a intervalli regolari
- Affermare ogni 5/6 minuti che il film non è horror o non fa paura
- Dire già da inizio secondo tempo "dai, andiamocene", "no vabbè, dai andiamocene" e poi farlo soltanto un minuto prima della fine del film, si quel minuto non poteva più aspettare, che è il minuto finale, non vale la pena spappolarti i cosiddetti per tutto il film e poi andarsene a film concluso.

Immaginate che tutte queste caratteristiche siano insiti nella stessa persona. Questo è il VERO ORRORE.
Passando al film, Sinister è un horror onesto. Si, un horror che sebbene risenta anche lui di qualche classica trovata "di genere" (il salto sulla sedia), non cerca a tutti i costi di risultare ciò che non è. E' un horror "vecchia maniera", con pochi colpi di scena e una trama abbastanza coerente, non cerca a tutti i costi l'effetto sorpresa o il "finale a casaccio" (una scena che ribalta tutto il film ma che è incoerente con tutto il resto, o che vuole essere così "sorprendente" da risultare comica, chi ha detto Alta Tensione?).

Certo, magari ad un certo punto il film muta, passando da un semi-Thriller ad un horror puro e questo potrebbe non accontentare tutti, ma lo fa bene, senza risultare ridicolo. Il cast pur non spiccando per talento e pur non essendo così "famoso" (a parte Ethan Hawke ovviamente) se la cava bene, laddove questo genere soffre di solito del "morbo dell'attore cane".

Sinister pur non avendo dalla sua una sceneggiatura strepitosa o una trama originalissima (l'inizio fa molto Shining o a tratti si sentono gli echi di the ring) ha due o tre trovate (che è impossibile citare senza spoilerare nulla) che lo rendono superiore alla media degli horror degli ultimi anni.

Di sicuro la cosa migliore risiede nell'impianto visivo: i filmati che riprendono gli omicidi e l'escalation finale sono ben girati, riescono a inquietare e mantenere alta la tensione, così come nel simile Insidious.
Un horror più che discreto quindi, superiore alla media, che riesce ad essere interessante anche non spizzando originalità da tutti i pori, a tratti disturbante...ma mai quanto la deficiente avvoltoia di cui ho narrato le gesta all'inizio.

domenica 17 marzo 2013

Serie A 29> Bologna vs Juventus 0-2– l’8 e il 9, la pagliuzza e la trave


Vedi Vidi Vucinic è la parafrasi più usata nei commenti di questa partita e davvero ci sta tutta. Veni, per la trasferta in casa di una formazione storicamente ostica. Vidi, perché fino al gol ha fatto poco più che vederla dal campo la partita, senza mai entrarci. Vucinic, perché come un’apparizione inaspettata risolve con il primo gol e fa un assist per il secondo. Non sarebbe giusto però escludere dagli stessi titoli Marchisio, che invece per tutta la partita ce la mette tutta e alla fine partecipa quanto Vucinic a tutte e due i gol, scambiandosi alla pari il ruolo di assist-man e goleador in entrambi i gol (il numero 8 e il 9 appunto).

Dopo il salvataggio di Buffon fuori area su Gilardino, pochissimo Bologna e tanta Juve, checché ne dica Piccinini che su Premium parlava di un presunto equilibrio condito da occasioni da una parte e dall’altra. Il Nobel della pace Giovinco proprio non ci riesce ad essere cattivo sotto porta, sue le occasioni più sciupate della stagione bianconera, ma con quel tiro sparato alto da posizione centralissima anche Vidal da il suo contributo, non meraviglia quindi vedere lo 0-0 dopo la prima frazione di gara. Nel secondo invece appare Vucinic e la partita si risolve, un paio di uno due con Marchisio e tre punti in banca, a 6 vittorie dalla riconferma in campionato. Ragionando in tali termini si capisce l’importanza di questa vittoria, dato il Tour the force che dovremo affrontare dopo la quiete della sosta.

A +12 dalla seconda c’è chi proprio non vuole ancora arrendersi a questo noioso campionato. Noioso perché lo dominiamo e non vedono l’ora che finisca, loro che proprio non vogliano farsi mancare nulla con la Juve, quest’oggi si giocano una nuova carta, l’eccessiva esultanza di Conte. Come se non l’avesse mai fatto nella sua carriera, come se le corse sotto le curve di Stramaccioni o Rossi, dopo dei i Derby di Milano e Roma, non ci fossero mai state. E meno male che qualcuno chiama in causa un’identica esultanza con Mou protagonista, ma questo davvero non basta in un modo (quello del giornalismo sportivo italiano) che continua a chiudere gli occhi sulla vera “trave” della situazione, cioè le pietre contro i pullman bianconeri, le minacce con le spranghe e i pugni alzati tutto sono tranne che espressione di esultanza per la propria squadra, a differenza di quelli di Conte. Il vero scandalo italico è che con tutto questo lerciume sulle accoglienze un’esultanza sia considerata un gesto violento. Per non parlare dei costanti cori censurati sulle 39 vittime dell’Heysel, che a quanto pare non interessano più a nessuno. Salvo però stigmatizzare i cori di una decina di deficienti della nostra curva che prendono di mira Balotelli?

Ragione ha Conte quando dice che si rosica un sacco a vederci giocare e vincere, dovendo ogni volta scrivere articoli di commento ad un miracolo italiano, quello di una squadra che con il collettivo e il gioco sopperisce alla mancanza del tanto nominato Top Player. Che succederebbe invece se alla fine arrivasse anche lui? Non vi resterebbe che intonare fegato fegato spappolato di Vasco.

mercoledì 13 marzo 2013

David Bowie – THE NEXT DAY

© 8 marzo 2013
A distanza di dieci anni dall'album precedente, quasi in sordina (e preannunciato qualche tempo fa su facebook), esce in questi giorni l'ultimo album del Duca Bianco, The next day.