Il lupo è col fiato sul collo, la Juve si fa sotto con tutta la sua ferocia, che solo le 10 vittorie consecutive della Roma ridimensiona. 10 vittorie, 1 pareggio e 1 sconfitta, sono una media non da poco, ma la classifica è quella che conta, ed ora noi siamo a 31 e un punto ci divide dal 32. Due numeri dall’alto valore simbolico. Siluriamo lo spauracchio Benitez che si vantava di non aver mai perso contro di noi.
Acuita dalla posizione in classifica delle due squadre e dall’ipocrita norma sulla discriminazione territoriale, torna in campo la rivalità più artificiale della storia del pallone nostrano. Creata ad arte, da loro, per sentirsi più forti, con la collaborazione di media tutti. Stamattina Il Corriere dello Sport titolava: “partita al veleno”, prendendo spunto dalla conferenza stampa della vigilia. Gli faceva eco il partenopeo Varriale, che a Stadio Sprint invitava un sedicente psicologo per fargli dire che: “nelle parole di Conte si legge disprezzo per l’avversario”. Insomma la miccia è inserita, come fa un “tifosotto di borgata” ad andare sereno allo stadio? L’odio chiama odio.